martedì 4 aprile 2017

Non sarà vero, ma ci credo






 I “Tuli “
A qualcuno il termine “tuli” ricorderà qualcosa e non mi riferisco al paradigma del verbo latino: fero, fers, tŭli, latum, ferre (portare, manifestare, mettere in mostra, pagare, pretendere, condurre, esaltare, dare, fare, riferire, ottenere, depredare, tollerare ), ma a un antico metodo per curare il mal di gola.
Da bambino, ricordo, quando avevo il mal di gola, mi rivolgevo a mia madre per chiedere soccorso, sperando così di assaporare le caramelline Zigulì, ma lei semplicemente mi rispondeva:
- domani mattina quando sei digiuno ti faccio i TULI-
All’indomani mattina si accostava al mio letto prendeva il polso (prima uno e poi l’altro) e cominciava a massaggiare la parte superiore.
Sentivo le sue dita che andavano a toccare e a  sciogliere dei “noduli” che si erano formati proprio in quella parte.
Due mattine, due trattamenti e il mal di gola spariva.
Non ho dimenticato questa pratica e quando qualcuno a casa mia si lamenta per il mal di gola dico: - domani mattina a digiuno ti faccio i TULI.
Ogni volta che eseguo questo massaggio mi torna in mente mia madre e nello stesso tempo ho la conferma che dopo due giorni il mal di gola sparisce.
Ho curiosato, per cercare l’origine del termine ormai in disuso, e ho scoperto che deriva dal latino: Tùli – Gozzo/toles - gonfiore delle tonsille.

Forse la medicina ufficiale non riconosce il nesso tra il massaggio del polso e il mal di gola, ma per tante volte mia madre non mi portò dal pediatra, anche perché allora nel mio paese non esistevano.

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