- Domattina, quando andrai a comprarti il giornale, passa dai contadini e compra dei pomodori e un po' di verdura- Mi disse mia moglie.
Eravamo arrivati da qualche giorno a Marina, e come tutti gli anni, oltre alla voglia di sano ozio sotto l’ombrellone a pochi metri dal nostro mare, sentivamo il bisogno di riappropriarci di alcuni sapori che solo pochi luoghi ti sanno ancora dare; sicché all’indomani inforcai la bicicletta e presi la strada per la piazzetta.
Loro, i contadini, erano già lì; in ordine sparso, all’ombra degli alberi della piazza, sul marciapiede; cassette ordinate con ortaggi e frutta esposte a pochi metri l’uno dall’altro.
Sguardi discreti, quasi timidi; un alone di pudore congenito faceva da cornice alle mercanzie che offrivano.
Mi avvicinai al primo, in una cassetta spiccava il colore “meliss” dei pomodori a “loto”; in un’altra cassetta rividi “le cime di cucuzzara”.
- Buongiorno, vorrei un chilo di pomodori e due mazzetti di cime.
- I pomodori un euro al chilo, e le cime due mazzetti un euro.
Mi rispose l’uomo, dichiarandomi il prezzo senza che io l’avessi chiesto.
Prese un sacchetto di carta lo aprì e mi disse:
- Scegliete quelli che vi piacciono.
- No, fate voi- Risposi
Le sue mani cominciarono a selezionare i pomodori più belli. Riempì il sacchetto, lo poso sulla bilancia (da cucina) e la lancetta segnò il peso.
- Un chilo e due, bompisu.
Prese un sacchetto più grande e ci infilò dentro le cime, e mentre me lo stava per dare lo ritirò e infilo un terzo mazzo di cime.
- Bompisu, anche con le cime.
- Quanto pago ? chiesi.
- Due euro - rispose.
- Come due euro? I pomodori sono più di un chilo e sono tre mazzetti di cime - ribadì.
- Il “bompisu” ve lo mangiate alla mia salute -. Sorrise con gli occhi.
Tirai fuori cinque euro e glieli diedi. Lui li prese con una mano, mentre con l’altra si mise a frugare le sue tasche per cercare gli spiccioli di resto.
- Me li date la prossima volta, siete il primo cliente e non ho resto -.
- No, facciamo così: vi lascio il resto e la prossima volta che vengo scontiamo. E poi come fate a fidarvi di me? È la prima volta che mi vedete -. Gli dissi sorridendo, tra il serio e il faceto.
- Non siete di “malanimo”, si legge in fronte -. Mi rispose.
Sorridemmo entrambi. Misi i sacchetti nel cesto della bici e me ne andai lasciandolo con l’aria incredula e i cinque euro in mano.
Passarono dei giorni, quando una mattina, dopo aver bevuto il caffè al bar e mentre stavo per entrare in edicola per comprare il giornale senti bussare sulla spalla, mi girai e…
- Buongiorno, questi sono i suoi tre euro di resto.
- Ma no, non voglio il resto, mi darà altri ortaggi la prossima volta. Non state a pensare ai tre euro, anzi venite con me al bar che vi offro il caffè-. Gli dissi.
- Non bevo caffè, vi ringrazio. Allora vi aspetto per quando verrete a comprare i pomodori-.
Ci salutammo con una stretta di mano, una tra le più belle strette di mano della mia vita, e pensai che per quegli occhi sorridenti e per quell’innata onestà non ci sarà mai un “prezzo a pagare”.
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